Sommario: L’insurrezione di Sicilia del 1820 vide l’avvicendamento sulla scena politica di due costituzioni, quella siciliana del 1812 e quella di Cadice dello stesso anno, adottata dal parlamento napoletano. Nello scontro tra governo napoletano e gli insorti palermitani due sono i documenti politici che caratterizzano l’insurrezione come mera istanza autonomistica: uno è il manifesto di risposta al proclama del principe vicario, scritto dal conte Giovanni Aceto, e l’altro è la Convenzione del 5 ottobre 1820 sottoscritta dalla delegazione palermitana. Il documento degli insorti non ha un contenuto rivoluzionario, i redattori non apprestano ideali per la realizzazione di un radicale cambiamento delle forme di governo e non propongono profonde trasformazioni di tutta la struttura sociale, economica e politica della Sicilia. Nelle istanze siciliane non sono rilevabili aspetti “separatistici”, nonostante in esse si faccia riferimento ad una passata indipendenza della Sicilia. Siamo di fronte ad un unico ordinamento statale, caratterizzato dalle rivendicazioni dei siciliani ad ottenere maggiori poteri decisionali rispetto all’unica sovranità statale esercitata dall’unico re, cui comunque rimase sottoposta il territorio siciliano. La vicenda “insurrezionale” può essere inquadrata nella generale tendenza a realizzare una forma di decentramento istituzionale e di un riconoscimento di autonomia amministrativa, pur rimanendo le richieste dei siciliani nell’alveo delle istanze “autonomistiche” e non “indipendentistiche” o “separatistiche”.
Abstract: There were two consecutive constitutions in the political scenario during the Sicilian Revolution of 1820: the Sicilian Constitution of 1812 and the Cadiz Constitution of that same year, which was adopted by the Neapolitan Parliament. Regarding the confrontation between the government of Naples and the Palermo rebels, there are two political documents that feature the insurrection as a petition for autonomy: one is the Manifest by Count Giovanni Aceto, in reply to the mandate of the deputy prince, and the other one is the Convention of 5 October 1820, signed by the Palermo delegation. The rebels did not draft a revolutionary document, since neither ideals to make a radical change in the forms of government nor deep transformations of the Sicilian social, economic or political structure are proposed. Sicilian petitions are not “separatist”, although a previous independence of Sicily is mentioned. We are facing a unique State order characterized by the Sicilians’ claims to obtain further decision powers on a unique state sovereignty exerted by the King, to which the Sicilian territory is subject. The “insurgency” matter may be a result of a general tendency of taking measures regarding institutional decentralization and the recognition of administrative autonomy, which are of an “autonomist” nature instead of an “independentist” or “separatist” one.